lunedì, dicembre 29, 2008

Disintossicarsi dal mercurio e dalla candida, sconfiggere l’autismo (art. di Corrado Penna)

Ho già descritto, in un articolo precedente, come disintossicarsi dal mercurio può portare ad arrestare il progresso di una malattia ufficialmente “inesorabile e progressiva” come la sclerosi multipla.

Adesso, grazie alla segnalazione del responsabile del blog vaccinazinieautismo (che mi ha aiutato moltissimo nella stesura del presente articolo) ho scoperto una storia simile: bambini sofferenti di autismo (malattia ufficialmente inguaribile) che vengono disintossicati dal mercurio e da altri metalli pesanti, aiutati a riparare i danni correlati a questa intossicazione (candidosi e disbiosi, danni al sistema gastrointestinale ed immunitario, etc.), sottoposti a particolari terapie di sostegno psicologico-comportamentale, e finalmente recuperati ad una vita più o meno normale, a volte con risultati ottimi di piena guarigione.

Stiamo parlando del protocollo D.A.N.! (Defeat Autism Now! - ovvero Sconfiggi l’Autismo Ora!), che nasce nel 1991 sulla base degli sforzi dell’Istituto per la ricerca sull’autismo (A.R.I., Autism Research Institute) fondato nel 1967 dallo psicologo Bernard Rimland (recentemente scomparso). Undici anni prima il dottor Rimland aveva avuto dalla moglie un bimbo autistico, Mark, ma Bernard piuttosto che darsi per vinto si era messo ad indagare a fondo sulla questione, scoprendo che l’organismo di quel bambino era stato danneggiato da un’intossicazione da mercurio (inoculato col vaccino [n.d.r.]). La storia della nascita del protocollo D.A.N.! potete leggerla a questo link. Da questa vicenda estraggo alcune righe molto significative, scritte da B. Rimland:

L'autismo era estremamente raro a quel tempo, forse vi erano uno o due casi ogni 10.000 nascite. Lentamente, la sua incidenza si stava alzando. Nel sommario della mia ricerca sull' aumento dei casi di autismo, pubblicato in un articolo che scrissi per la rivista ARI International nel 1989, riportai che un numero di studi mostravano che l'autismo ricorreva in media in 4.5 bambini ogni 10.000 nascite. Più di recente, nel 2002, l'Accademia Americana dei Pediatri ed il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie hanno riportato che l'incidenza è ora di 60 bimbi autistici ogni 10.000 nascite con un incremento del 1500% in una decennio! […] Oh si! Vi starete chiedendo di mio figlio Mark, che quando aveva 5 anni ci dissero di mettere in istituto e di dimenticarlo, che a 7 anni portava ancora il panno e non pose mai una domanda e non diede mai una risposta fino a 8 anni.

Mark, oggi ha 49 anni, vive in casa con i genitori, frequenta un programma giornaliero per adulti con disabilità mentale, prende da solo l'autobus per andarci, visita quotidianamente gallerie d'arte e coffee shop nelle vicinanze del nostro rione ed è diventato un artista di grande talento, scoperto a 22 anni.

Mark è stato intervistato a proposito della sua arte dalla NBC, CBS, CNN e PBS. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali e sono in collezioni permanenti di diverse gallerie. Ha illustrato il libro di storie per bambini scritto da sua sorella Helene Landalf, ‘The secret night of cats’.

Siamo orgogliosi di lui. Niente male dopotutto!
”.

Come scrive il Dr. Stephen M. Edelson, che ha assunto l'incarico di nuovo Direttore dell' ARI:

Il Dr. Rimland passerà alla storia come la persona che ha messo fine all'età nera dell'autismo ed ha condotto la battaglia per dare speranza ed aiuto ai bambini autistici. Quando cominciò il suo lavoro nel campo dell'autismo, negli anni '60, gli psichiatri incolpavano i genitori della malattia dei loro bambini, mettevano quei bimbi in istituti e li "curavano" drogandoli per tenerli calmi. Oggi, i bambini autistici ricevono interventi educativi efficaci e trattamenti biomedici che li portano ad ottenere miglioramenti enormi e, in alcuni casi, anche la guarigione. Il Dr. Rimland ha indicato ogni passo di questa rivoluzione e, ad ogni passo, ha dovuto combattere gomito a gomito contro un establishment determinato a conservare lo status quo”.

Le denunce e le prese di posizione di Rimland non furono particolarmente gradite alle lobbies farmaceutiche, all’establishment della medicina convenzionale, alla Food and Drug Administration, ma la cosa fu reciproca. Come scrisse Rimland poco prima di morire in questo editoriale (in cui trovate per esteso le considerazioni di Rimland su come si sia frettolosamente approvato per i soggetti autistici l’uso di un pericoloso psicofarmaco, il risperdal):

“L'F.D.A. protegge gli interessi delle aziende farmaceutiche in due modi: il primo è approvare medicinali con poco o nessun riguardo alla loro pericolosità o al rapporto tra rischi e benefici, basando la sua decisione su disonesti studi sovvenzionati dalle stesse compagnie che esaltano i benefici e nascondono i pericoli. Il secondo è tenere a bada la concorrenza fatta alle ditte farmaceutiche, trattando le terapie nutrizionali e i consumatori che le usano come "nemici". Grazie al Dr. Graham e ad un crescente numero di critici della F.D.A., il Congresso ha finalmente cominciato ad avere notizia della corruzione dell'F.D.A. Dato il flusso di denaro delle ditte farmaceutiche sia verso l'F.D.A. che verso i politici, è comunque ingenuo aspettarsi dei cambiamenti reali. La cosa migliore che possiamo aspettarci è che i cittadini, armati delle informazioni avute su Internet e con un aumentato scetticismo sull'F.D.A. e sui suoi amici delle farmaceutiche, scelgano sempre di più trattamenti che aiutino i loro bambini e non i manager dell'industria del farmaco.” Insomma sempre la solita storia, come nel caso dell’aspartame o degli altri veleni.

La reazione del mondo accademico, della medicina ufficiale e delle strutture federali alle scoperte di Rimland erano più che prevedibili, dal momento che nessuno avrebbe potuto tollerare che venissero pubblicamente mostrati i pericoli derivanti dalla somministrazione dei vaccini, visto il business da capogiro ad essi correlato (i vaccini sono somministrati con l’inganno o con la forza a quasi tutta la popolazione mondiale), ma anche per un altro motivo ancora più nascosto e più subdolo di cui ho già parlato altrove.

Le storie di bambini che riescono ad uscire fuori dall’autismo (alcuni con un recupero parziale, altri con un recupero totale) sono adesso decine di migliaia, soprattutto negli Stati Uniti (a questo link potete vedere un famoso attore il cui figlio ha beneficiato di tale protocollo), e da poco D.A.N.! è stato fatto conoscere in Italia, soprattutto grazie al lavoro di traduzione, informazione e diffusione del portale EmergenzAutismo, un sito di supporto, informazione e ricerca sull'autismo.

Oggi la richiesta di trattamenti biomedici per l'autismo da parte dei genitori, grazie al lavoro continuo di EmergenzAutismo.org, sta crescendo. Oltre mille bambini in Italia stanno meglio grazie a tale impegno. Oltre seimila persone ogni mese leggono la newsletter di EmergenzAutismo e la voce si sparge a velocità enorme, mentre il portale fa traduzioni continue di materiale che proviene dagli U.S.A.

Su iniziativa dei genitori che seguono il portale, sono nati comitati, associazioni che hanno portato incredibilmente ad avere A.B.A. (vedi nota in fondo) gratis in Veneto, per ora, scardinando il concetto del metodo TEAACH, che rendeva i bimbi schiavi per sempre delle cliniche e incapaci di migliorare (l’autismo per definizione è incurabile... ovviamente, se vai da uno psicologo e non da un medico!).

Da poco è arrivata la conferma che A.R.I., l’associazione fondata da Rimland, ha inserito EmergenzAutismo nel novero internazionale, e che il Centro Rimland indica E.A. come “i nostri angeli italiani” (è da notare che il progetto di EmergenzAutismo punta a rendere gratuiti questi trattamenti per ora molto costosi e del tutto a carico delle famiglie).

Come scritto nella presentazione del sito “Il portale EmergenzAutismo è stato fondato con l’obiettivo di ricercare e condividere ogni utile informazione della medicina, dei programmi educativi, scolastici e riabilitativi che costruiscono ogni giorno il difficile cammino verso l’autonomia nella vita dei bambini e delle persone affette da autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo”.

Sul sito è presente anche un’area di approfondimento per i medici, con una sezione a loro dedicata, ed un forum dedicato alla scuola ed è stato creato un FORUM di discussione e confronto tra tutti gli interessati.

Termino questo articolo citando ancora le parole del sito:

Recenti acquisizioni, basate sugli studi condotti dall'Istituto per la Ricerca sull'Autismo (ARI-DAN!) hanno infatti individuato terapie efficaci, dimostrando chiaramente che, con un intervento medico multidisciplinare personalizzato e l’adozione intensiva dell’analisi comportamentale applicata (A.B.A.), i bambini possono compiere enormi progressi esprimendo tutto il loro pieno potenziale. Attualmente però, i bimbi con autismo in Italia non possono purtroppo godere di questi adeguati trattamenti a carico del Sistema Sanitario Nazionale perché l’autismo è ancora visto dalla scienza medica ufficiale come un disturbo di esclusiva pertinenza neuropsichiatrica e come tale curato con terapia riabilitativa (psicomotricità, logopedia) e farmacologica sintomatica (psicofarmaci e antiepilettici) senza invece cercare di individuare e correggere le loro disfunzioni metaboliche, immunitarie, endocrinologiche, tossicologiche e gastrointestinali. Rivendichiamo prevenzione, diagnosi precoce, trattamenti medici (con il coinvolgimento di pediatri, nutrizionisti, gastroenterologi, immunologi, neurologi), l’applicazione dell’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) e sostegno scolastico adeguatamente formato professionalmente e vogliamo offrire supporto e informazioni utili perché non debba più succedere che in Italia un bambino con autismo non venga curato per la possibile compresenza di malattie d’organo extracerebrali, lasciando che queste possano progredire e cronicizzarsi peggiorando irreversibilmente i sintomi neuropsichiatrici.

Facciamo del nostro meglio, ma è sempre troppo poco davanti all’enormità dei problemi che le famiglie devono affrontare. Abbiamo perciò bisogno della tua collaborazione: unisciti a noi
iscrivendoti al nostro forum e contribuisci alla diffusione delle informazioni per tutti gli interessati a questa grave patologia.”

NOTA: l'Analisi Comportamentale Applicata (nota come A.B.A. dall’acronimo inglese di Applied Behavior Analisys), è un metodo di reindirizzamento del comportamento al fine di portare il bambino verso la normalità. Essa è descritta nel libro A work in progress - Behaviour Management Strategies and a Curriculum for Intensive Behavioural Treatment of Autism, di R. Leaf e J. McEachin (DRL Books, New York, 1999), il cui titolo tradotto in Italiano significa Un lavoro in via di sviluppo - Strategie di gestione del comportamento ed un percorso per il trattamento comportamentale intensivo dell’autismo.


Link di approfondimento:

· Autismo mercurio e vaccini come cause (nascoste) dell’autismo;

· autismo funghi e vaccini (seconda parte dell’articolo precedente);

· testimonianza della madre di un ex bambino autistico (ora diventato un ragazzo pressoché normale che prende ottimi voti a scuola);

· testimonianza personale di un ragazzo autistico che ha avuto enormi benefici dal protocollo DAN!;

· prime cose da fare per aiutare chi soffre di autismo ed attivare il protocollo DAN!




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sabato, dicembre 27, 2008

Amaro amero: prossima l'eliminazione del dollaro

Amaro amero, doppiamente amara sarà la moneta che, nei piani degli Oscurati, dovrebbe nel 2009 sostituire il dollaro ormai roso dalla svalutazione e dall'astronomico indebitamento degli Stati Uniti. Sarà doppiamente amara non solo perché destinata ad immiserire il ceto medio, privato del tutto dei suoi risparmi e delle rendite in dollari, ma soprattutto perché ulteriore passo verso la formazione di un'altra macroarea economica, obiettivo perseguito scientemente dalle élites. Le èlites, infatti, generano delle crisi artificiali per procedere con la loro agenda, il cui fine ultimo è la creazione di un unico stato mondiale, con un'unica valuta, un unico esercito, un'unica religione... il famigerato New World Order. Povertà, rivolte, legge marziale: questo è previsto dall'autore del filmato che proponiamo, augurandoci che egli sia in errore.


Leggi qui la trascrizione dell'intervista a cura di Corrado Penna






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giovedì, dicembre 25, 2008

Vaccini letali (di Robert Kennedy jr.)

Il sito Web emergenzautismo.org ci regala questa traduzione sul più grande CRIMINE che la storia moderna possa testimoniare!


Robert F. Kennedy Jr. indaga sullo scandalo dell’insabbiamento per opera del governo della connessione tra mercurio ed autismo

Robert F. Kennedy Jr.
20 Giugno 2005
Tratto dal sito: rollingstone.com

Nel giugno del 2000, un gruppo, formato da scienziati governativi e di responsabili per la sanità pubblica, si incontrò nell'isolato centro congressi Simpsonwood di Norcross, in Georgia. Voluta dal Center for Disease Control and Prevention (C.D.C.), la riunione si svolse presso questo eremo metodista nascosto tra i boschi in prossimità del fiume Chattahoochee, al fine di assicurare la completa segretezza. Il C.D.C. non aveva emanato nessun annuncio pubblico della riunione -solo inviti privati per i 52 presenti.

C'erano gli alti funzionari del C.D.C. e della Food and Drug Administration (Ministero della "salute" statunitense), i più importanti specialisti in vaccini dell'Organizzazione Mondiale della "Sanità" da Ginevra ed i rappresentanti delle maggiori compagnie per la produzione di vaccini, incluse la GlaxoSmithKline, Merk, Wyeth ed Aventis Pasteur. Tutti i dati scientifici in discussione, come ricordato ripetutamente ai partecipanti dai funzionari del C.D.C., erano strettamente confidenziali. Non ci sarebbero state fotocopie o documenti, nessuna prova cartacea da portarsi via alla fine della riunione.

I dirigenti federali ed i rappresentanti delle industrie si erano riuniti per discutere di un nuovo allarmante studio che sollevava preoccupazione circa la sicurezza dei comuni vaccini infantili somministrati a neonati e bambini. Secondo un epidemiologo del C.D.C., Tom Verstraeten, che aveva analizzato gli enormi archivi dell'agenzia contenenti le registrazioni mediche di 100.000 bambini, un conservante a base di mercurio (thimerosal) sembrava essere il responsabile del drammatico incremento nei casi di autismo e la base di altri disordini neurologici infantili.

"Ero veramente sbalordito per ciò che vidi", affermò Verstraeten a tutti i convenuti a Simpsonwood, citando lo strabiliante numero di studi recenti che indicavano un collegamento tra il thimerosal e ritardo verbale, disordine da deficit di attenzione, iperattività ed autismo.

Fin dal 1991, quando il C.D.C. e la F.D.A. avevano raccomandato tre vaccini aggiuntivi legandoli alla prevenzione da fornire a livello infantile (in un caso a poche ore dalla nascita), il numero stimato di casi di autismo era cresciuto di 15 volte, da 1 su 2500 a 1 su 166 bambini.

Per gli scienziati e per i medici, abituati ad affrontare questioni di vita o di morte, l'evidenza era spaventosa. "Si può fantasticare su tutto questo quanto vogliamo", dichiarò al gruppo il dottor Bill Weil, uno specialista dell'Associazione Pediatrica Americana. L'esito "è statisticamente rilevante". Il dottor Richard Johnston, un immunologo e pediatra dell'Università del Colorado, il cui nipote era nato la mattina del primo giorno del meeting, era ancor più preoccupato. Egli disse: "Quello che penso? Perdonate questo mio commento personale. Non voglio che a mio nipote vengano inoculati vaccini che contengano thimerosal, finchè non sapremo di più su ciò che sta accadendo".

Invece di compiere i passi necessari per informare il pubblico e sbarazzarsi dei vaccini contenenti thimerosal, i dirigenti e l'esecutivo riuniti a Simpsonwood, spesero la quasi totalità dei successivi due giorni a discutere su come coprire quei dati pericolosi. Secondo la trascrizione ottenuta grazie al Freedom of Information Act (Legge sulla libertà di Informazione), molti all'incontro erano preoccupati per quanto quelle rivelazioni sul thimerosal, avrebbero danneggiato i profitti delle compagnie farmaceutiche.

"Siamo in una brutta posizione dal punto di vista difensivo nell'eventualità di una causa legale", asserì il dottor Robert Brent, pediatra all'ospedale infantile Alfred I. duPont nel Delaware. "Questa sarà una risorsa per i nostri occupatissimi avvocati dell'accusa di questo stato". Il dottor Bob Chen, capo della sicurezza dei vaccini della C.D.C., fu sollevato dal fatto che "data la sensibilità della notizia, saremo in grado di tenere tutto questo fuori dalla portata di - diciamo così - mani meno responsabili".

Il dottor John Clements, direttore per i vaccini all'Organizzazione Mondiale della Sanità, dichiarò: "questo studio non avrebbe mai dovuto essere eseguito". Aggiunse: "i risultati della ricerca debbono essere modificati", avvertendo che lo studio "sarà valutato da altri e verrà usato in altri modi fuori dal controllo di questo gruppo". Infatti il governo dimostrò di essere più bravo nel manipolare il problema che nel proteggere la salute dei bambini.

Il C.D.C. pagò l'Istituto di Medicina per condurre un nuovo studio per nascondere il rischio collegato al thimerosal, ordinando ai ricercatori di "escludere" il collegamento tra chimica ed autismo. Vennero secretate le scoperte di Verstraeten, ne venne stroncata l'immediata pubblicazione e fu riferito agli altri scienziati che i dati originali erano andati "perduti" e non c'era alcun modo per ricrearli. Per ostacolare la Freedom of Information Act, passò il proprio gigantesco database sui registri di vaccinazione ad una azienda privata, dichiarandola off-limits ai ricercatori.

Nel contempo, Verstraeten pubblicò il suo studio definitivo nel 2003, andò a lavorare per la GlaxoSmithKline e rielaborò i dati per "affossare" il collegamento tra thimerosal ed autismo.

I produttori di vaccini cominciarono ad eliminare il thimerosal dalle iniezioni da inoculare ai neonati americani, ma hanno continuato a vendere le loro forniture di vaccini a base di mercurio fino all'anno scorso. Il C.D.C. e la F.D.A. hanno dato loro una mano, acquistando i vaccini contaminati per esportarli nei paesi in via di sviluppo e permettendo alle compagnie farmaceutiche l'uso del conservante in alcuni vaccini americani, incluse svariate punture liquide ad uso pediatrico come pure nel richiamo antitetanico inoculato di routine ad undici anni.

Le compagnie farmaceutiche stanno ricevendo un aiuto anche dai potenti legislatori di Washington. Il leader della maggioranza al senato, Bill Frist, che ha ricevuto 873.000 dollari sotto forma di contributo dalle industrie farmaceutiche, ha lavorato per "immunizzare" i realizzatori di vaccini dalla responsabilità oggettiva in 4.200 processi che erano stati intentati dai parenti di bambini danneggiati.

In cinque occasioni diverse, Frist aveva cercato di sigillare tutti i documenti governativi collegati ai vaccini (inclusa la trascrizione dell'incontro di Simpsonwood) e di proteggere Eli Lilly, lo sviluppatore del thimerosal, dal mandato di comparizione. Nel 2002, il giorno dopo che Frist aveva tranquillamente infilato un codicillo conosciuto come "Legge per la protezione di Eli Lilly" all'interno di un progetto di legge per la sicurezza nazionale, la società contribuì con 10.000 dollari alla sua campagna elettorale ed acquistò 5.000 copie del suo libro sul bioterrorismo.

La misura fu abrogata dal Congresso nel 2003, ma già quest'anno, Frist inserì un'altra provvigione all'interno di una legge antiterrorismo allo scopo di negare qualsiasi indennità ai bambini che soffrono di disordini mentali connessi con le vaccinazioni. "I disegni di legge sono della massima importanza al fine di evitare il fallimento dei produttori di vaccini: ciò limiterebbe quindi la nostra capacità di difesa nel caso di attacco biologico per mano di terroristi", dichiara Dean Rose, consigliere per le politiche sulla salute di Frist.

Analogamente, molti conservatori si sono scontrati con lo sforzo del governo di nascondere i pericoli del thimerosal. Dan Burton, un rappresentante repubblicano dell'Indiana, sovrintese una ricerca lunga tre anni sul thimerosal dopo che, a suo nipote, era stato diagnosticato l'autismo. "Il thimerosal, usato come conservante nei vaccini, è direttamente responsabile dell'epidemia autistica", fu la conclusione del rapporto finale del Comitato Governativo per le Riforme.

"Questa epidemia con ogni probabilità poteva essere impedita o almeno ridotta se la F.D.A. non si fosse "addormentata" in riferimento alla mancanza di dati certi sul thimerosal iniettato, una riconosciuta neurotossina". La F.D.A. ed altre agenzie per la "salute pubblica" sbagliarono ad agire - aggiunse il comitato - con una "disonestà istituzionale a scopo di autodifesa" e "un mal riposto protezionismo verso le industrie farmaceutiche".


La storia di come le agenzie governative per la salute fossero colluse con la "Big Pharma" per nascondere il rischio del thimerosal all'opinione pubblica, è un'agghiacciante studio analitico sull'arroganza, sul potere e sulla cupidigia delle istituzioni. Sono stato trascinato in questa polemica con riluttanza.

Come procuratore e ambientalista che ha passato anni lavorando su questioni di tossicità da mercurio, ho incontrato spesso madri di bambini autistici che erano assolutamente convinte che i loro bambini fossero stati danneggiati dalle vaccinazioni. Dentro di me, ero scettico.

Dubitavo che l'autismo potesse essere causato da un'unica causa e non capivo la necessità del governo di tranqulizzare i genitori sulla sicurezza delle vaccinazioni: lo sradicamento di alcune malattie mortali dell'infanzia dipendeva da questo. Ero tendenzialmente d'accordo con gli scettici come Henry Waxam, deputato democratico della California, che criticava i suoi colleghi dell’House Government Reform Committee per la capacità di saltare alle conclusioni su autismo e vaccinazioni. "Perché dovremmo impaurire la popolazione circa le vaccinazioni" faceva notare Waxman agli interlocutori "quando conosciamo i fatti?"

Fu soltanto dopo aver letto le trascrizioni sull'incontro di Simpsonwood, studiando le più importanti rierche scientifiche e consultando molti dei più eminenti specialisti, che cominciai a convincermi che il collegamento tra thimerosal e l'epidemia nei disordini neurologici dell'infanzia era realtà. Cinque dei miei figli appartengono alla "Generazione Thimerosal" (i nati tra il 1989 e il 2003) che ha ricevuto pesanti dosi di mercurio dai vaccini. "Le classi elementari hanno un numero di bambini sopra la media con sintomi neurologici o con problemi del sistema immunitario" disse nel 1999 Patti White, un'assistente scolastica, alla H.G.R.C.

"Si suppone che i vaccini ci facciano stare meglio, ma in ogni caso, in venticinque anni di lavoro, non ho mai visto così tanti bambini ammalati e danneggiati. Qualcosa di molto, molto sbagliato sta accadendo ai nostri bambini".

Più di 50.000 bambini soffrono oggi di autismo ed i pediatri stimano oltre 40.000 nuovi casi all'anno. La malattia era conosciuta già nel 1943, quando fu identificata e diagnosticata su undici bambini nati nei mesi successivi all'introduzione del thimerosal nei vaccini infantili nel 1931.

Alcuni scettici contestano il fatto che l'incremento dell'autismo sia causato da un avvelenamento da thimerosal dei vaccini. Essi affermano che questo incremento è dovuto ad un miglioramento delle diagnosi - una teoria alquanto opinabile, considerando che la maggior parte dei nuovi casi di autismo è concentrata in un'unica generazione di bambini. "Se l'epidemia è veramente il risultato di diagnosi inefficaci" sconfessa il dottor Boyd Haley, una delle autorità mondiali sulla tossicità da mercurio "allora dove sono tutti gli autistici di vent'anni d'età?".

Altri ricercatori fanno notare che gli Statunitensi sono esposti ad un grande carico di mercurio come mai prima d'ora (dalla contaminazione del pesce alle cure dentali) e suggeriscono come il thimerosal sia solo parte di un problema su più larga scala. E' un argomento che certamente merita più attenzione di quanta ne abbia ricevuta, ma a cui sfugge il fatto che la concentrazione di mercurio nei vaccini rende irrilevante l'esposizione dei nostri bambini alle altre fonti.

Quello che più colpisce è il periodo nel quale i responsabili delle ricerche hanno voluto ignorare (e coprire) le prove contro il thimerosal. Fin dall'inizio, i dati scientifici contro l'additivo al mercurio sono stati censurati. Il conservante, usato per arginare la crescita di funghi e batteri nei vaccini, conteneva etilmercurio, una potente neurotossina. La quantità degli studi eseguiti ha dimostrato che il mercurio tende ad accumularsi nel cervello dei primati e degli altri animali dopo l'inoculazione di vaccini e che lo sviluppo del cervello dei neonati è particolarmente a rischio.

Nel 1977 uno studio russo trovò negli adulti esposti, una minor concentrazione di etilmercurio rispetto ai dati su bambini americani che anni dopo ancora soffrivano di danni cerebrali. La Russia bandì il thimerosal dai vaccini per bambini venti anni dopo e Danimarca, Austria, Giappone, Gran Bretagna ed i Paesi Scandinavi ne hanno già seguito l'esempio.

"Non si può realizzare uno studio che dimostri che il thimerosal è sicuro", afferma Haley, capo del dipartimento di Chimica dell'Università del Kentucky. "E' incredibilmente tossico. Se si inietta thimerosal negli animali, il loro cervello si ammala. Se si applica su tessuti viventi, le cellule muoiono. Se lo inserisci in un contenitore di Petri, la cultura muore. Se si conoscono questi fatti, è sconvolgente che qualcuno voglia pensare di iniettarlo in un neonato senza causare danni".

Documenti interni rivelano che Eli Lilly, che per primo sviluppò il thimerosal, sapeva fin dall'inizio che il prodotto poteva causare danni (e anche la morte) sia in animali sia in esseri umani. Nel 1930, l'azienda testò il thimerosal, inoculandolo in ventidue pazienti con meningite allo stadio terminale, tutti morti a settimane dalle iniezioni - un fatto che Lilly non riportò nel suo studio, dichiarando sicuro il thimerosal. Nel 1935, i ricercatori di un'altra compagnia per la realizzazione di vaccini, la Pittman-Moore, avvertivano Lilly che le sue affermazioni circa la sicurezza del thimerosal "non collimavano con la nostra". Metà dei cani a cui la Pittman aveva iniettato vaccini basati sul thimerosal si ammalarono, conducendo i ricercatori a dichiarare che il conservante "è insoddisfacente come siero messo a punto per l'uso sui cani".

Nei decenni che seguirono, le evidenze contro il thimerosal continuarono a crescere. Durante la seconda guerra mondiale, quando il Dipartimento della "Difesa" usava il conservante nei vaccini per i soldati, fu richiesto a Lilly di eliminare il suo "veleno". Nel 1967, uno studio di microbiologia applicata dimostrò che il thimerosal uccideva i topi, se aggiunto ai vaccini iniettati.

Quattro anni dopo, gli studi di Lilly lo portarono a comprendere che il thimerosal era "tossico per i tessuti cellulari" in concentrazioni anche inferiori a una parte su un milione, cioè 100 volte meno rispetto ad una concentrazione di un vaccino standard. Nonostante questo, le aziende continuarono a dichiarare il thimerosal come "atossico", inserendolo anzi nei disinfettanti topici.

Nel 1977, dieci bambini morirono all'ospedale di Toronto, quando un antisettico contenente thimerosal fu applicato sul loro cordone ombelicale.

Nel 1982, la F.D.A. propose un bando su tutti i prodotti contenenti thimerosal e nel 1991 l'agenzia li considerò banditi dai vaccini per animali. Ma tragicamente quello stesso anno, il C.D.C. consigliò che ai bambini fosse somministrata una serie di vaccini con mercurio. I neonati sarebbero stati vaccinati per l'Epatite B entro 24 ore dalla nascita ed a due mesi per "haemophilus influenzae B" e difteria-tetano-pertosse.

Le compagnie farmaceutiche sapevano che i vaccini aggiuntivi erano pericolosi. Lo stesso anno in cui il C.D.C. approvava il nuovo vaccino, il dottor Maurice Hilleman, uno dei padri del programma vaccinale della Merck, avvertiva le aziende che i bambini di sei mesi a cui venivano inoculati i vaccini, sarebbero stati soggetti ad una pericolosa esposizione al mercurio. Egli raccomandava di interrompere l'uso di thimerosal "specialmente se usato su bambini e neonati", facendo notare che le industrie erano a conoscenza di alternative non tossiche. "La miglior strada da intraprendere" aggiunse " è di modificare la distribuzione degli attuali vaccini senza aggiungere conservanti".

Sia per la Merck sia per le altre compagnie, comunque, l'ostacolo era costituito dai soldi. Il thimerosal permetteva alle industrie farmaceutiche di inglobare i vaccini in fiale che contenevano dosi multiple che richiedevano una protezione aggiuntiva, in quanto più facilmente contaminabili, data l'introduzione di più aghi. Le fiale più grandi costano la metà rispetto a quelle più piccole monodose, rendendo più economico alle agenzie internazionali la distribuzione.

Affrontando queste "considerazioni sui costi", la Merck ignorò gli avvertimenti di Hillman ed i responsabili governativi continuarono a spingere sempre più vaccini basati sul thimerosal per i bambini. Prima del 1989, i bambini americani in età prescolare ricevevano undici vaccinazioni (polio, difterite-tetano-pertosse e morbillo-parotite-rosolia). Un decennio dopo, grazie alle raccomandazioni federali, i bambini ricevevano un totale di 22 immunizzazioni fino all'ingresso alle elementari.

Nel momento in cui cresceva il numero dei vaccini, il tasso di crescita dell'autismo infantile diventava esponenziale. Durante gli anni '90, a 40 milioni di bambini furono iniettati vaccini basati sul thimerosal, ricevendo livelli di mercurio mai raggiunti prima, in un periodo critico per lo sviluppo del cervello. Malgrado il ben documentato pericolo del thimerosal, sembrava che nessuno fosse preoccupato dall'aggiungere dosi cumulative di mercurio che i bambini ricevevano dai vaccini.

"Perché la F.D.A. impiega così tanto tempo per fare il calcolo?" chiese in una e-mail nel 1999 Peter Patriarca, direttore dei prodotti virali per l'agenzia. "Perché il C.D.C. e gli organi consultivi non hanno eseguito questi calcoli, quando ampliarono rapidamente il piano di immunizzazione per l'infanzia?"
Ma in quel momento il danno era stato provocato. A due mesi, quando il cervello del neonato è ancora in uno stato critico dello sviluppo, i neonati ricevono d'ufficio 3 inoculazioni che contengono un totale di 62,5 microgrammi di etilmercurio, un livello 99 volte più elevato rispetto al limite massimo fissato dalla E.P.A. per l'esposizione a metilmercurio, una ricosciuta neurotossina. Benché l'industria delle vaccinazioni insista che l'etilmercurio crea un piccolo danno, perché viene scomposto velocemente ed espulso dal corpo, svariati studi (incluso uno pubblicato in aprile dall'Istituto Nazionale per la Salute) sottolinea come l'etilmercurio sia in realtà più tossico per lo sviluppo del cervello, risiedendovi più a lungo rispetto al metilmercurio.

I funzionari responsabili per l'immunizzazione dell'infanzia, insistono sul fatto che i vaccini addizionali sono necessari per proteggere i neonati dalle malattie e che il thimerosal è ancora necessario nelle nazioni in via di sviluppo che, come spesso dichiarano, non si possono permettere le fiale a dose singola che non richiedono un conservante. Il dottor Paul Offit, uno dei principali consulenti per i vaccini della C.D.C., mi confidò: "Penso che, se veramente abbiamo un'influenza pandemica (e certamente l'avremo nei prossimi vent'anni, perché lo diciamo sempre) non c'è modo nel quale noi possiamo immunizzare 280 milioni di persone con fiale a dose singola. Dovremmo usare fiale multidose".

Sebbene alcuni funzionari per la salute pubblica non fossero in mala fede, molti di loro invece che appartengono al comitato consultivo della C.D.C. che ha sostenuto i vaccini addizionali, hanno un legame stretto con le industrie. Il dottor Sam Katz, il presidente del comitato, è stato un consulente pagato per molti dei maggiori produttori di vaccini e fu esponente di un team che sviluppò il vaccino anti-morbillo, che brevettò nel 1963. Il dottor Neal Halsey, un altro membro del comitato, lavorò come ricercatore per le aziende di vaccini, ricevendo un onorario dai Laboratori Abbott per la sua ricerca sul vaccino per l'epatite B.

Infatti, nel ristretto circolo degli scienziati che lavorano sui vaccini, tale conflitto di interessi è comune. Il Deputato Burton afferma che il C.D.C. "normalmente permette a scienziati con sfacciati conflitti d'interesse, di servire presso il comitato consultivo intellettuale che dà raccomandazioni sui nuovi vaccini, "sempre che essi abbiano interesse a produrne e le aziende per le quali si supponga siano fornitori ne abbiamo una sorveglianza imparziale". H.G.R.C. scoprì che quattro degli otto consulenti della C.D.C. che approvarono le linee guida del vaccino per il rotavirus "avevano un legame finanziario con le compagnie farmaceutiche, che svilupparono varie versioni del vaccino".

Offit, che condivideva un brevetto su uno dei vaccini, mi confidò che "avrebbe fatto i soldi", se il suo voto avesse portato ad un prodotto commerciabile. Ma ha negato la mia idea che uno scienziato finanziato direttamente partecipi alle omologazioni del C.D.C., possa essere influenzato nelle sue decisioni. "Questo non mi crea nessun conflitto", insiste.

"Sono semplicemente informato del procedimento e non ne sono distratto. Quando siedo attorno a quel tavolo, il mio unico intento è cercare di fare delle raccomandazioni per il massimo benessere dei bambini di questa nazione. E' offensivo dire che medici ed il personale per la salute pubblica, siano stipendiate dall'industria e perciò prendono decisioni che essi sanno essere pericolose per i bambini. Questo non è il modo di lavorare".

Altri scienziati sui vaccini ed ispettori per la loro sicurezza mi hanno dato assicurazioni simili. Come Offit, essi si vedono come guardiani illuminati della salute dei bambini, orgogliosi della loro partnership con le compagnie farmaceutiche, immuni dalla seduzione del profitto personale, assediati da attivisti irrazionali, le cui campagne anti-vaccini mettono a repentaglio la salute dei bambini. Costoro sono spesso risentiti dall'essere messi in discussione. "La scienza" afferma Offit "è meglio che sia lasciata agli scienziati".

Ancora, alcuni funzionari del governo sono allarmati dall'evidente conflitto d'interessi. Nella sua e-mail del 1999 agli amministratori del C.D.C., Paul Patriarca della FDA critica aspramente i controllori federali per aver mancato di valutare adeguatamente il pericolo costituito dall'incremento dei vaccini infantili. "Non sono sicuro che ci sarà una facile via d'uscita dalla potenziale percezione che la F.D.A., il C.D.C. e gli organismi della politica vaccinale potrebbero avere, non avendo prestato finora attenzione verso l'argomento thimerosal" scrive Patriarca. La stretta vicinanza tra i funzionari normativi e le industrie farmaceutiche, aggiunge, "farà crescere anche la questione sulla diversità di organi consultivi circa la raccomandazione aggressiva verso l'uso di thimerosal nei vaccini per bambini".

Se la normativa federale e gli scienziati governativi sbagliarono, negli anni, a comprendere il rischio potenziale connesso al thimerosal, nessuno può parlare di ignoranza dopo l'incontro segreto di Simpsonwood. Invece di compiere ulteriori studi per testare il collegamento tra autismo ed altre forme di danno cerebrale, il C.D.C. collocò la "politica" al di sopra della scienza. L'ente consegnò il proprio database sulle vaccinazioni infantili, che era stato sviluppato per lo più a spese dei contribuenti, ad un'azienda privata, la America's Health Insurance Plans, assicurandosi che non potesse usarlo per ricerche aggiuntive. In più, istruì l'Istituto di Medicina, un'organizzazione consultiva che è parte dell'Accademia Nazionale di Scienze, affinché compisse uno studio che demistificasse il collegamento tra thimerosal e disordini cerebrali.

Il C.D.C. "voleva farci dichiarare che queste cose sono davvero sicure" disse alla dottoressa Marie McCormick, che presiedeva il Comitato di Controllo sulla Sicurezza delle Immunizzazione dello I.O.M., ad un collega ricercatore, quando si incontrarono la prima volta nel gennaio del 2001. "Noi non abbiamo mai affermato che l'autismo è un effetto collaterale proprio dell'esposizione al thimerosal". Secondo una trascrizione dell'incontro, il capogruppo del comitato, Kathleen Stratton, affermò che lo I.O.M. concludeva che la prova era "inadeguata per accettare o rigettare una relazione causale" tra thimerosal ed autismo. Tale nesso, aggiunse, era il risultato che "Walt voleva", con riferimento a Walter Orenstein, direttore del Programma Nazionale di Immunizzazione della C.D.C.

Per quelli che hanno dedicato le loro vite alla promozione delle vaccinazioni, le rivelazioni sul thimerosal miniacciarono di mettere a repentaglio tutto ciò per cui avevano lavorato. "Qui abbiamo un drago alle spalle" ammise il dottor Michael Kaback, un altro membro del comitato, “Siamo come presi in trappola. L'unico modo per uscire dalla trappola, penso sia attaccare".

Persino in pubblico, i funzionari federali mettevano in chiaro che il loro scopo principale nello studio del thimerosal, fosse dissipare i dubbi sui vaccini. "Sono sufficienti quattro studi attualmente in corso per escludere il collegamento proposto tra autismo e thimerosal", garantiva il dottor Gordon Douglas, l'allora direttore della pianificazione strategica per la ricerca sui vaccini all'Istituto Nazionale per la "Salute", in una riunione all'Università di Princeton nel maggio del 2001. "Affinchè si annulli l'effetto dannoso delle ricerche che pretendono di collegare il vaccino antimorbillo con un rischio elevato di autismo, dobbiamo condurre e pubblicizzare studi aggiuntivi per rassicurare i genitori sulla loro sicurezza". Douglas ha lavorato in passato come presidente per le vaccinazioni per la Merck, dove ignorava gli avvertimenti circa il rischio del thimerosal.

Nel maggio dell'anno scorso, l'Istituto di Medicina ha emesso il suo rapporto finale. Le conclusioni: non esiste collegamento provato tra autismo e thimerosal nei vaccini. Piuttosto che esaminare la grande letteratura raccolta che descrive la tossicità del thimerosal, fa affidamento su quattro disastrosi ed imperfetti studi epidemiologici che analizzano gli stati europei, dove i bambini ricevono dosi molto inferiori di thimerosal rispetto ai bambini statunitensi. Viene citata anche una nuova versione dello studio di Verstraetten, pubblicato nel giornale "Pediatrics", che è stato rielaborato per ridurre il collegamento tra thimerosal ed autismo. Lo studio include bambini troppo giovani per essere diagnosticati come autistici e si è orientato verso altri che mostravano segni di disturbi. L'I.O.M. dichiarò il caso chiuso e, con una posizione sorprendente per un gruppo scientifico, consigliò che non fossero più condotte ulteriori ricerche.

Il rapporto poteva soddisfare il C.D.C., ma non convinse nessuno. Il deputato David Weldon, un medico repubblicano della Florida che lavorava per la H.G.R.C., attaccò l'Istituto di Medicina, affermando che avevano contato su una manciata di studi che erano "fatalmente imperfetti" per la "povertà di idee" e mancavano di rappresentare "tutte le ricerche scientifiche e mediche disponibili". I funzionari del C.D.C. non erano interessati ad una onesta ricerca della verità, mi disse Weldon, perché "un'associazione tra vaccini ed autismo, li obbligherebbe ad ammettere che la loro politica ha irrimediabilmente danneggiato migliaia di bambini.

Chi vorrebbe sentire questo sul proprio operato?"

Sotto la pressione del Congresso e dei genitori, l'Istituto di Medicina convocò un altro comitato per discutere la perdurante preoccupazione sul programma chiamato Vaccine Safety Datalink Data Sharing. In febbraio, il nuovo comitato, composto da differenti scienziati, criticò il modo in cui la V.S.D. s'era avvalsa dello studio di Verstraetten ed esortò il C.D.C. a rendere disponibile per il pubblico il suo database sui vaccini.

Finora, comunque, solo due scienziati sono riusciti ad ottenerne l'accesso. Il dottor Mark Geier, presidente del Centro Genetico d'America, e suo figlio David, passarono un anno a lottare per ottenere il registro medico dal C.D.C. Fin dall'agosto del 2002, quando i membri del Congresso premevano per avere i dati, i Geier avevano completato sei studi che dimostravano il forte legame tra thimerosal e danni neurologici nei bambini. Uno studio, che comparava la dose totale di mercurio ricevuta dai bambini nati tra il 1981 e il 1985, con quelli nati tra il 1990 e il 1996, dimostrava una "relazione molto significativa" tra autismo e vaccini.

Un altro studio sulla performance scolastica, dimostrò che i bambini che ricevevano grosse dosi di thimerosal nei vaccini, avevano quasi tre volte la probabilità di avere una diagnosi di autismo e oltre tre volte la probabilità di soffrire di disordini del linguaggio e ritardo mentale. Un altro studio in via di pubblicazione, mostra come il tasso di autismo sia in calo dopo la recente eliminazione del thimerosal da molti vaccini.

Nel momento in cui il governo federale lavorava per evitare che gli scienziati studiassero i vaccini, altri intervenivano nello studio del collegamento con l'autismo: in aprile, il giornalista Dan Olmsted dell'U.P.I. intraprese da solo uno degli studi più importanti e, cercando bambini che non fossero stati esposti al mercurio vaccinale (il tipo di popolazione che gli scienziati normalmente usano come "controllo" durante gli esperimenti). Olmsted incontrò gli Amish della contea di Lancaster in Pennsylvania, i quali rifiutavano di vaccinare i propri neonati.

Partendo dal dato nazionale sull'autismo, Olmsted calcolò che avrebbero dovuto trovarsi 130 autistici fra loro. Ne trovò soltanto quattro: uno era stato esposto ad alti livelli di mercurio da una centrale elettrica, gli altri tre, incluso un bambino adottato proveniente dall'esterno della comunità, avevano ricevuto le vaccinazioni.

Negli alti gradi dello stato, anche molti funzionari condussero una revisione in profondità sul thimerosal. Mentre l'Istituto di Medicina era occupato a nascondere i rischi, l'assemblea legislativa dell'Iowa passò accuratamente al setaccio tutti i dati scientifici e biologici disponibili. "Dopo tre anni di revisioni, cominciai a convincermi che c'era un numero sufficiente di ricerche affidabili che mostravano un legame tra mercurio e l'incremento dell'incidenza dell'autismo", afferma il Senatore dello stato Ken Veenstra, un repubblicano che supervisionò la ricerca.

"Il fatto che nell'Iowa si fosse verificato un incremento del 700% nei casi di autismo cominciato negli anni novanta, giusto dopo che molti vaccini furono aggiunti al piano vaccinale per bambini, è da sola una solida prova". L'anno scorso, l'Iowa è diventato il primo stato a mettere al bando il mercurio nei vaccini, seguito poi dalla California. Analoghe azioni sono al vaglio in altri trentadue stati.

Invece di rispondere per le rime, la F.D.A. continua a permettere alle aziende di includere il thimerosal in dozzine di medicinali da banco, come steroidi ed iniezioni di collagene. Analogamente allarmante è che il governo continua a trasferire vaccini conservati con thimerosal verso i paesi in via di sviluppo, alcuni dei quali stanno sperimentando adesso un'improvvisa esplosione dei casi di autismo. In Cina, dove la malattia era praticamente sconosciuta prima dell'introduzione del thimerosal per opera delle compagnie farmaceutiche americane nel 1999, gli ultimi rapporti indicano che ora ci sono 1.800.000 autistici.

Nonostante il numero reale sia difficile da ottenere, i disordini autistici appaiono in crescita anche in India, Argentina, Nicaragua ed altri paesi in via di sviluppo che ora usano vaccini contenenti thimerosal. L'Organizzazione Mondiale della "Sanità" continua ad insistere che il thimerosal è sicuro, ma promette di tenere "sotto revisione" la possibilità che sia collegato a disordini neurologici.

Ho dedicato tempo a questo problema, perché credo che questa crisi morale debba essere fermata. Se, come le prove suggeriscono, le nostre autorità per la salute pubblica hanno permesso deliberatamente che le industrie farmaceutiche avvelenassero un'intera generazione di bambini americani, le loro azioni sono la prova che dimostra uno dei più grandi scandali negli annali della medicina americana. "Il C.D.C. è colpevole di incompetenza e grosse negligenze" afferma Mark Balaxill, vicepresidente di Safe Minds, un’organizzazione no-profit che si occupa del ruolo del mercurio nei medicinali. "Il danno causato dall'esposizione ai vaccini è enorme.

E' maggiore dell'amianto, maggiore del tabacco, più grande di qualsiasi cosa abbiamo mai visto".

E' difficile calcolare il danno per il nostro paese e per lo sforzo internazionale per sradicare le malattie epidemiche, se le nazioni del Terzo Mondo inizieranno a credere che il preludio all'iniziativa degli aiuti all'estero statunitensi, è avvelenare i loro bambini. Non è difficile predire come questo scenario sarà interpretato dai nemici degli Stati Uniti all'estero.

Gli scienziati e i ricercatori, molti di loro sinceri se non addirittura idealisti, che stanno partecipando allo sforzo di nascondere i dati scientifici sul thimerosal, sostengono che stanno cercando di migliorare l'elevato scopo di proteggere i bambini nelle nazioni in via di sviluppo dalle malattie pandemiche. Hanno un'opinione assolutamente sbagliata. Il loro fallimento nell’eliminare il thimerosal ci porterà ad infestare la nostra nazione e le popolazioni più povere del mondo.

Scritto da: odf

Fonti:

emergenzautismo.org

vaccinazionieautismo.myblog.it

altrogiornale.org



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mercoledì, dicembre 24, 2008

La Terra come arma nel XXI secolo (di Tanker Enemy)

Il testo che proponiamo, pur richiamandosi ad un saggio non recente della scienziata statunitense Rosalie Bertell, è di grande attualità, alla luce della documentazione reperita, in primis su H.A.A.R.P., riferita al nesso tra micidiali armi segrete da un lato, fenomeni meteorologici e sismici, dall'altro.

La Terra come arma nel XXI secolo

Di Rahab S. Hawa


Mentre gli scienziati, i governi, i gruppi di cittadini si preoccupano delle emissioni di gas serra e dei loro effetti sul pianeta, il ruolo dei militari sui cambiamenti climatici è spesso ignorato.

“Quando si manifesta una crisi ambientale, di solito solo l’economia civile è coinvolta per modificare i bilanci, mentre raramente sono chiamati in causa i programmi militari”, afferma la dottoressa Rosalie Bertell, nota scienziata ed attivista contro il nucleare.

Secondo la scienziata, i militari agiscono impunemente quando inquinano l’ecosistema e causano disastri ecologici.

Nel suo libro intitolato “Pianeta terra: l’ultima arma (2000)”, ella cita molti esempi, dal conflitto nel Vietnam alla guerra del Golfo, ai bombardamenti della N.A.T.O. nel Kosovo.

Queste conflagrazioni non solo hanno distrutto delle vite umane, ma anche contaminato estese regioni.

Vari scienziati hanno previsto monsoni più rovinosi, piogge acide, forti tempeste ed alluvioni in tutto il globo. Tuttavia queste devastazioni impallidiscono se confrontate con i danni che i militari sono in grado di infliggere al pianeta terra.

Gli esperimenti che i militari, soprattutto statunitensi, hanno compiuto in questi ultimi decenni, esperimenti che coinvolgono lo strato di ozono, la manipolazione del tempo e l’uso di tecnologie per sondare l’interno della terra, sono un preludio delle guerre che saranno scatenate nel corso del XXI secolo.

“Hanno intenzione di portare i conflitti nello spazio”, afferma la Bertell.

Secondo la Bertell, 300 megatoni di esplosioni nucleari tra il 1945 ed il 1963, hanno ridotto lo strato di ozono del 4%. Secondo gli scienziati, una perdita dell’1% potrebbe significare tra l’1 ed il 3% in più di radiazioni ultraviolette che raggiungono la terra. Questo potrebbe causare un incremento dei melanomi e danneggiare le forme di vita.

Negli anni ’90 del XX secolo, esperimenti militari statunitensi, con razzi propulsi ad energia nucleare, erano diventati attività di routine. Queste missioni spaziali erano molto pericolose, poiché il plutonio potrebbe essere disperso in ampie regioni della terra, in seguito ad un incidente. […]

Secondo la Bertell, armi elettromagnetiche “sono in grado di causare terremoti in siti scelti come bersaglio, sprigionando energie equivalenti alle più forti esplosioni nucleari”. Negli ultimi 40 anni, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto esperimenti nell’atmosfera, usando onde elettromagnetiche e sostanze chimiche.

Per ottenere il controllo del clima si usano il laser e le sostanze chimiche, per verificare se è possibile danneggiare lo strato di ozono al di sopra del territorio nemico, causare danni alle colture ed alla salute degli esseri umani, attraverso l’esposizione ai raggi ultravioletti.

Elementi come il bario ed il litio sono stati rilasciati al di sopra dello strato di ozono, creando spettacolari aloni luminosi e nubi artificiali risplendenti, che sono state viste nel Nord America negli anni ‘80 e ’90 del XX secolo.

Secondo la Bertell, “I cambiamenti nell’atmosfera provocano conformi cambiamenti nel tempo e nel clima terrestre”.

Un altro sistema è l’uso onde elettromagnetiche a bassa frequenza che possono attraversare la crosta terrestre e gli oceani e sono state usate per scandagliare gli strati superiori dell’atmosfera e la struttura interna della terra.

Queste onde, inoltre, sono impiegate per trasmettere effetti meccanici e vibrazioni anche a grande distanza. Possono manipolare il tempo, creando tempeste e piogge torrenziali in un’area. Queste onde possono generare sommovimenti della litosfera. Si sa che i terremoti interagiscono con la ionosfera: infatti molti dei sismi che sono occorsi negli anni recenti, sono stati preceduti da fenomeni inspiegabili. Ad esempio, il terremoto che squassò il Tang Shan in Cina, del 28 luglio 1976, in cui morirono 650.000 persone, fu preceduto da un bagliore causato dalle onde a bassa frequenza irradiate dai Sovietici per riscaldare la ionosfera.

Il 12 settembre 1989, a San Francisco, in California, furono rilevate inusuali onde a bassissima frequenza. Queste onde crebbero in intensità, quindi diminuirono il 5 ottobre. Il 17 ottobre, esse furono di nuovo registrate, con segnali così forti che andarono a fondo scala. Tre ore dopo avvenne il terremoto.

Il Washington Times, nel marzo del 1992, riportava la notizia secondo la quale i satelliti ed i sensori di terra rilevarono misteriose radioonde ed un’attività elettromagnetica prima di disastrosi fenomeni tellurici in California, Armenia e Giappone tra il 1986 ed il 1989. Il sisma che colpì Los Angeles il 17 gennaio 1994 fu preannunciato da inconsuete radioonde e da due boati.

Il segretario della Difesa statunitense, nel 1977, commentando le nuove minacce dei movimenti terroristici, affermò: “Essi possono alterare il clima, causare terremoti ed eruzioni vulcaniche, usando onde elettromagnetiche”.

“I militari hanno l’abitudine di accusare altri di possedere capacità che essi hanno”, chiosa la Bertell.

Secondo la scienziata, El Nino, nel 1997/98, cui sono state imputate anomalie meteorologiche in tutto il mondo, era stato preceduto da violenti interventi di destabilizzazione climatica.

A causa della stretta connessione tra l’atmosfera terrestre ed il clima, non sorprende di trovare che le attività militari hanno avuto un impatto sui modelli meteorologici.

Il fatto che queste attività possano determinare anomalie come parte di una deliberata guerra geofisica, è una prospettiva terribile per il pianeta.

Evidentemente “Il contributo dei militari è uno dei problemi di sopravvivenza più inquietanti per il XXI secolo”, conclude la Bertell.


Fonte: twnside.org.sg

Titolo originale: The Earth as a weapon in 21st Century of Wars
Traduzione a cura di Tanker Enemy



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martedì, dicembre 23, 2008

Silvio, ma quanto mi costi?

Nel 2003, l'Italia, con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, stipulò un accordo di collaborazione con gli Stati Uniti denominato "Cooperazione Italia-U.S.A. su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici". Questo accordo, ufficialmente è volto allo studio dei fenomeni atmosferici, ma in realtà, come si deduce dai vari paragrafi del documento, implica la diffusione di sostanze chimiche dannose in atmosfera, tramite aerei opportunamente attrezzati, per verificare gli effetti delle stesse sulla biosfera. Il risultato di tale convenzione è la più costosa attività di tutta la storia italiana! Si tratta dell'operazione "scie chimiche".

Stando a calcoli eseguiti dal nostro gentilissimo lettore Paolo e da altri nostri collaboratori, siamo in grado di stabilire, con una buona approssimazione, che le attività aeree chimico-biologiche nei soli cieli d'Italia, costano 19 milioni di euro al giorno, quindi 6.935 milioni l'anno. E' una cifra astronomica, esorbitante! Con tutto questo denaro usato - si ricordi - per avvelenare la biosfera, nell'ambito di sinistri progetti bellici, quali e quante iniziative a favore dell'intera nazione potrebbero essere attuate?

Di fronte a tale vergognoso sperpero di ingentissime risorse, appaiono grottesche ed inammissibili le manovre finanziarie dei vari esecutivi, inaccettabili i drastici tagli a settori quali la sanità, l'istruzione, il sistema previdenziale, mentre crescono, nel contempo, le spese militari per missioni "umanitarie" nei quattro angoli del mondo, impianti radar, stazioni H.A.A.R.P., potenziamento degli arsenali, costruzione o ampliamento di basi, acquisto di caccia e di tankers etc. L'Italia è ai primi posti nel mondo per fondi destinati alla "difesa"! Siamo, tra l'altro, a conoscenza solo del bilancio ufficiale, poiché fuori bilancio altre risorse finanziare sono destinate alla costruzione di installazioni sotterranee, allo spionaggio elettronico, alla pletora dei disinformatori.

Non dimentichiamo la piaga del signoraggio, che risucchia il 100 per cento del gettito accumulato con le tasse pagate dai contribuenti, oltre a tutti gli sprechi nell'amministrazione (enti inutili, inefficienze nella gestione del denaro pubblico), i faraonici e scandalosi privilegi di ministri, parlamentari (non tutti), funzionari, amministratori di regioni, province, comuni, dirigenti di società…

Quale incommensurabile somma di euro è fagocitata da uno stato corrotto e diabolico che poi, per graziosa iniziativa di silvio, elargisce ai poveri una carta asociale del valore lillipuziano di quaranta euro al mese?

Quale incommensurabile somma di euro è impiegata non nell'interesse della collettività o di interi popoli che vivono nell'indigenza, ma per inquinare l'ambiente, diffondere patologie, controllare i cittadini, dietro l'ipocrita paravento delle provvidenze sociali e della promozione dello sviluppo economico o dietro il pretesto di iniziative volte alla protezione degli ecosistemi e della salute?

La prossima volta in cui il governo chiederà ai cittadini i soliti sacrifici per superare la difficile congiuntura, la crisi pianificata e causata dai globalizzatori di cui ministri e sottosegretari sono del tutto succubi, ricordiamoci di quanto e come è scialacquato il denaro dei contribuenti vessati e tartassati.

La prossima volta in cui qualcuno si lamenterà dell'esosa pressione fiscale che stritola aziende, imprenditori, artigiani, impiegati, operai, disoccupati, additiamogli uno dei tanti aerei della morte che incrociano sulle nostre teste: la verità è lassù.


Fonte: Tanker Enemy


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domenica, dicembre 21, 2008

La militarizzazione della Sicilia avanza inesorabile, funzionalmente all'irrorazione chimica

Come già preannunciato dagli altri articoli dell'amico Antonio Mazzeo, la militarizzazione del nostro paese prosegue inesorabile ed in maniera funzionale all'agenda di irrorazione chimico-biologica.


Con Africom giungono in Sicilia gli aerei cisterna e da trasporto U.S.A.
Era prevedibile che con l’istituzione del nuovo comando militare U.S.A. per le operazioni nel continente africano, AFRICOM, buona parte delle attività di direzione, controllo e pronto intervento venisse ospitata dalle maggiori installazioni possedute in Italia dalle forze armate statunitensi. Dopo l’istituzione a Vicenza del Comando per le operazioni terrestri in Africa ed a Napoli di quello per le operazioni navali, gli Stati Uniti d’America puntano a trasformare la stazione aeronavale di Sigonella in uno dei principali scali europei dell’Air Mobility Command (A.M.C.), il Comando unificato che sovrintende alle operazioni di trasporto aereo negli scacchieri di guerra internazionali.

Con la piena operatività di AFRICOM, le accresciute necessità d’intervento nel continente africano richiedono lo spostamento del personale A.M.C. dalla Gran Bretagna e dalla Germania verso il sud, in Spagna, Italia e Portogallo”, ha annunciato il colonnello Keith Keck, comandante della Divisione di pianificazione strategica dell’Air Mobility Command, con sede presso la base aerea di Scott, Illinois. E quali sono le installazioni destinate alla ridislocazione di uomini e mezzi? È il comandante Stephen McAllister, dell’ufficio di pianificazione dell’A.M.C., a rispondere: “Le basi che potrebbero ricevere un afflusso di uomini dell’A.M.C. includono la stazione navale di Rota e l’aeroporto di Morón in Spagna, lo scalo di Lajes Field, nelle Azzorre (Portogallo) e la Naval Air Station di Sigonella, in Italia”.

L’uso del condizionale potrebbe far pensare ad una scelta non ancora definitiva, ma in un’intervista rilasciata al periodico statunitense Air Forces Magazine (novembre 2008), il generale Duncan J. McNabb, la più alta autorità militare nel settore della mobilità e del trasporto aereo U.S.A., ha dichiarato che “per assicurare il successo dell’intervento in Africa”, è indispensabile 'sviluppare le infrastrutture delle basi chiave, come Lajes Field, l’isola Ascensione nell’Atlantico e Sigonella, Sicilia'. “Il Comando dell’Air Mobility Command - ha aggiunto McNabb – sta lavorando con l’US Air Force in Europa per trasferire in queste installazioni, dalla base aerea di Ramstein, Germania, il traffico aereo di AFRICOM”.

L’Air Mobility Command fu creato nel 1992 per consentire all’aeronautica militare di rispondere con maggiore efficienza alle crescenti richieste di trasporto globale di uomini, mezzi e sistemi d’arma e concentrare sotto un unico comando gli aerei cargo ed i velivoli cisterna dell’US Air Force. L’A.M.C. opera ricorrendo ai grandi aerei da trasporto militare del tipo C-5 Galaxy, C-17 Globemaster III, C-130 Hercules e C-141 Starlifter, nonché alcuni velivoli presi in affitto da alcune compagnie aeree “civili”. Attualmente il Comando per il trasporto aereo U.S.A. è presente con più di 1.700 uomini in una decina di basi europee, la più importante delle quali è Ramstein, Germania. Questo scalo è stato scelto il giorno 1 ottobre 2008 come sede provvisoria della neo-costituita 17th Air Force, altrimenti denominata “Air Forces Africa”, la componente aerea per le operazioni nel continente africano che raggiungerà la piena capacità operativa tra il 2009 e il 2010. “L’uso di Ramstein è conveniente e, di conseguenza, popolare, spiega il colonnello Keith Kech dell’Air Mobility Command. Ma noi non possiamo fare ogni cosa a Ramstein, anche perché con le operazioni in Iraq e Afghanistan il traffico aereo ha raggiunto il limite. Per questo abbiamo la necessità di guardare ad altre località per le operazioni di trasporto aereo”.

Sigonella non è nuova alle attività dell’Air Mobility Command. Con gli interventi degli Stati Uniti post 11 settembre 2001, la base siciliana ha fornito un supporto logistico fondamentale agli aerei cargo provenienti dagli U.S.A. e diretti ai teatri di guerra orientali. Negli ultimi due, tre anni Sigonella si è trasformata da stazione per il pattugliamento marittimo nel Mediterraneo a vero e proprio “hub multiruolo” per le missioni di trasporto strategico dell’U.S. Air Force in Asia e continente africano. Il 10 aprile 2008, nel corso di un’audizione di fronte alla sottocommissione per le infrastrutture militari del Congresso, il generale Bantz J. Craddock, comandante di EUCOM (il Comando per le operazioni U.S.A. in Europa), ha enfatizzato il ruolo di Sigonella nel fornire “flessibilità ed alta capacità di supporto logistico all’interno ed all’esterno del teatro mediterraneo”. Proprio nell’ambito del processo di trasformazione strategica delle principali basi europee e del loro “supporto alla proiezione delle forze statunitensi nelle aree di crisi di Africa, Medio Oriente, Est Europa e Caucaso”, il generale Craddock ha rivelato di aver proposto “la M.O.B. (Main Operating Base) di Sigonella e la base aerea spagnola di Morón, quali installazioni di supporto N.A.T.O. per le operazioni di rifornimento aereo”. “Se questa proposta sarà accettata nell’ambito del pacchetto d’emergenza per il miglioramento del rifornimento aereo, in queste due basi si potranno realizzare opere di miglioramento infrastrutturale per circa 120 milioni di dollari” e decine di grandi aerei cisterna per il rifornimento in volo di bombardieri e aerei da trasporto potranno essere trasferiti in Sicilia.

In attesa del megafinanziamento N.A.T.O., il Pentagono ha comunque avviato le procedure per l’ammodernamento delle piste di volo di Sigonella. Il 30 giugno 2008 è stato pubblicato il bando di gara per lavori per 5 milioni di dollari, consistenti nella “riparazione di una parte delle piste di atterraggio e decollo, inclusa la demolizione e ricostruzione di circa 18.700 metri quadrati di superficie d’asfalto e di 9.000 metri quadrati di superfici aeroportuali, nonché l’installazione di un nuovo sistema d’illuminazione”.

Il futuro prossimo di Sigonella sarà dunque segnato dal sovraffollamento aereo. E' un tema che per gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella dovrebbe essere prioritario nell’agenda politica sul “modello di sviluppo” siciliano, ma che trova indifferenti partiti, amministratori e buona parte della popolazione che vive nei pressi della base militare. Il traffico di velivoli U.S.A. e N.A.T.O. rappresenta già adesso una grave minaccia per le operazioni di volo del vicino aeroporto civile di Catania-Fontanarossa. Ai rischi di collisione aerea va poi aggiunto l’alto numero di caccia, elicotteri e velivoli da trasporto precipitati nelle campagne e nelle acque circostanti la base aeronavale.

Il trasferimento in pianta stabile a Sigonella dei nuovi aerei statunitensi, avrà un impatto ancora più rilevante sulla salute della popolazione. C-5, C-17, C-130, C-141, KC-10 e KC-135 sono, infatti, tra gli aerei militari che più contribuiscono alla dispersione nell’ambiente delle cosiddette “scie chimiche”, emissioni in cui si registrano pericolosissime concentrazioni di veleni ed elementi patogeni anche cancerogeni, quali alluminio, arsenico, cobalto, etilene dibromide, mercurio, ossido di titanio, piombo, quarzo, sali di bario, silicio, torio, uranio, zolfo etc. Ne risulta una contaminazione di suolo, aria ed acqua che, secondo alcuni peace researchers, sarebbe provocata volutamente dalle forze armate.

Secondo il fisico Corrado Penna, docente presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Antonietti” di Iseo ed animatore del blog scienzamarcia, le scie chimiche rappresentano una vera e propria congiura contro l’uomo ed il pianeta, alla stregua delle nuove armi di “mutazione climatica” e dei sistemi che si sperimentano nello spazio. “Il tutto sembra essere legato ad un'oscura manovra pilotata dal governo U.S.A.”, spiega Corrado Penna. “Il rapporto annuale del Pentagono dimostra che gli Stati Uniti stanno preparando prove di armi chimiche e biologiche all’aria libera in violazione delle convenzioni internazionali, come è stato pure annunciato dal professor Francis A. Boyle, riconosciuto esperto in materia. Si può temere il peggio, se si mette in conto che l’U.S. Army ha già realizzato in passato quel tipo di esperimenti in diverse grandi città statunitensi, sulla pelle della propria popolazione. Famoso è, ad esempio, l’episodio di San Francisco negli anni ‘50 del XX secolo, quando agenti biologici furono polverizzati da navi militari sull’inerme e inconsapevole popolazione”.


Fonte: IMGPress


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venerdì, dicembre 19, 2008

«Trattamento Gaza» per il Pakistan (di Maurizio Blondet)

Data la straordinaria importanza dell’articolo e per contrastare, nei limiti dei nostri mezzi, i media italioti stupidi e/o prezzolati, abbiamo in via eccezionale deciso di proporre free questo pezzo, il giorno dopo la sua pubblicazione.

Lo ha riferito persino il Corriere: il 28 novembre, mentre l’attacco terroristico a Mumbai era in pieno corso, il presidente pakistano Zardari ha ricevuto una telefonata di aperta minaccia dal ministro degli Esteri indiani Pranab Mukherjee: o meglio, da qualcuno che fingeva di essere il ministro indiano. L’imitatore, in tono estremamente aggressivo, minacciava immediate azioni militari se il governo di Zardari non stroncava subito le formazioni terroriste nel Paese (1).

Per questo motivo il Pakistan – in quelle ore di tensione e di incertezza – ha posto le forze armate allo stato di allarme massimo; ha inviato a Washington l’avvertimento che diceva: se il Pakistan si sente minacciato, ritirerà i 120 mila uomini che ha impegnato sul confine afghano per la «lotta al terrorismo» e li schiererà sulla frontiera con l’India. Soprattutto, è stato a motivo di quella telefonata che il Pakistan ha cancellato la sua offerta di mandare il capo dell’ISI in India per collaborare alle indagini, mossa di conciliazione.

La telefonata ha dunque ottenuto almeno uno scopo: far apparire il Pakistan arrogante e complice, palesemente dalla parte del torto. Ma l’imitatore tendeva chiaramente a un esito molto più grave: far scoccare la scintilla fra due Paesi nucleari.

In seguito, si è detto che lo stesso imitatore avrebbe cercato di contattare anche Condoleezza Rice, ma che «gli specifici schemi di verifica adottati dagli USA hanno impedito che la telefonata passasse», raggiungendo la Rice. Poi la Rice, allertata dai pakistani, avrebbe chiamato Mukherjee in piena notte per chiedergli ragione di quella telefonata così aggressiva; e il ministro indiano sarebbe caduto dalle nuvole.

Il fatto è che anche il governo pakistano dispone di «modi di verifica»: e il «CLI (caller’s line identification, identificazione della linea del chiamante) mostrava che la chiamata veniva da un numero di telefono verificato, del ministero indiano degli Esteri», ha fatto sapere la presidenza Zardari. Insomma, la falsa telefonata aveva tuttta l’aria di essere autentica.

Dunque non si trattava di un buontempone irresponsabile e solitario; questa è l’opera di un apparato che dispone di mezzi tecnici di inserimento nelle telecom «protette» e riservate dei governi. In qualche modo, lo stesso grado di sofisticazione e coordinazione mostrata dai «terroristi islamici» a Mumbai.

Questo fatto dovrebbe indurre i più alti livelli del governo USA alla cautela: c’è qualcuno che si inserisce per aggravare una situazione già gravissima, dunque attenzione a non farsi manovrare da questo «qualcuno».

Invece, Condoleezza Rice vola ad Islamabad a minacciare il ministro degli Esteri e il capo di Stato Maggiore del Pakistan: ci sono «prove irrefutabili» che nell’attacco a Mumbai sono coinvolti elementi del vostro Paese; e se non agite voi per stroncare la rete dei colpevoli, «lo faranno gli USA» (2).

E, in fondo, la stessa minaccia fatta dall’imitatore al telefono pochi giorni prima.

E non basta: il candidato repubblicano fallito John McCain, accompagnato dal suo manovratore ebraico e senatore Joen Lieberman, si precipita anche lui a Islamabad ad intimare al capo del governo pakistano, Yusuf Raza Gilani, quanto segue: l’India considera l’attentato di Mumbai «il suo 11 settembre»; e proprio come gli USA dopo l’11 settembre, «ha il diritto di assumere qualunque misura riterrà necessaria per prevenire ulteriori aggressioni»; dunque il Pakistan non deve continuare a rifiutare l’estradizione dei «terroristi» islamici che l’India esige gli siano consegnati; ha solo «pochi giorni», poi l’India agirà (3).

Un intervento teso a far precipitare la crisi verso l’esito bellico, non certo a raffreddarla. Lo stesso intento mostrato dal misterioso imitatore del ministro indiano al telefono.

Difatti, i giornali indiani (e non solo) sono pieni di informazioni lasciate filtrare, che vanno in questo senso: le forze armate indiane si stanno preparando a colpire i campi di addestramento dei «terroristi islamici» in Pakistan. Lo faranno con operazioni coperte, usando commandos delle tre armi, guidati dalle «agenzie d’intelligence», compiendo incursioni nel territorio pakistano in precise aree del Punjab, fra cui la zona di Multan; anche la linea costiera tra Karachi e Gwadar è sotto l’attiva sorveglianza delle forze militari indiane (a Gwadar, guarda caso, i cinesi stanno ampliando a proprie spese un importante porto petrolifero, che co-gestiranno coi pakistani e darà loro una base nell’oceano indiano).

Il lettore comincia a capire? Ancora un dato per aiutarlo a completare il quadro. Poche righe dal sito israeliano Debka File:

«Nuova Delhi ha chiesto a Gerusalemme di assisterla nella pianificazione operativa e d’intelligence delle incursioni oltre-confine contro i santuari islamisti in Pakistan, fra cui Al Qaeda (sic). Israele ha la volontà di aiutare gli indiani a compiere le incursioni punitive in Pakistan perchè ha i propri conti da regolare dopo il brutale assassinio di sei israeliani nel centro Chabad (Lubavitcher) di Mumbai, opera di terroristi islamici, e perchè l’agenzia di intelligence del Pakistan, l’ISI, ha una mano in questa atrocità» (4).

A questo punto, si comprende che non è solo «assistenza tattica» ad essere israeliana; è la stessa visione strategica che Israele applica da sempre contro i palestinesi, che ora viene replicata in grande manovrando le pedine indiane e gli infiltrati pakistani.

E’ il «trattamento Gaza» su scala regionale asiatica.

A Gaza, qualcuno tira innocui razzi Kassam; Israele strilla che il povero governo palestinese non ha la capacità di tenere a freno i terroristi interni; anzi, essendo Hamas una formazione «terrorista», ha certo «una mano nell’atrocità». Dunque Israele ha «il diritto di prendere tutte le misure necessarie» per prevenire ulteriori aggressioni: omicidi mirati con ampi danni collaterali, mitragliamenti e lancio di missili, distruzione di case, indurimento delle sanzioni. E naturalmente, «non si tratta coi terroristi».

Washington approva; del resto Hamas è nella sua lista di «organizzazioni terroriste» da sempre.

E’ la stessa tattica. Israele l’ha invariabilmente usata da decenni, prima contro l’Autorità palestinese («Dovete prima garantirci che terrete a freno i vostri terroristi; arrestate i vostri militanti, solo «dopo» vi concederemo qualcosa; non si può trattare con gente come voi», eccetera); l’hanno fatto anche contro il Libano, perchè non sa tenere a freno Hezbollah.

Oggi la stessa ricetta viene insegnata all’India, perchè la pratichi sul Pakistan.

Infatti, esulta il Times of India: «Gli Stati uniti stanno riconsiderando una vecchia idea a lungo accantonata: dichiarare il Pakistan uno Stato-sponsor del terrorismo (proprio come Hamas, Siria, Iran e Iraq di Saddam, ndr.)... Gli ambienti dell’intelligence USA stanno riconsiderando il contributo del Pakistan nella guerra al terrorismo... La Casa Bianca stessa ha perso fiducia nella buona fede dell’esercito pakistano molti mesi fa; ciò ha portato Washington a ritirare il suo sostegno al dittatore militare Pervez Musharraf e a mettere al potere (in Pakistan) un governo civile (...). La decisione di scaricare Musharraf è stata presa del vice-presidente Dick Cheney, perchè aveva le prove che il Pakistan stava continuando a sostenere gli elementi talebani che attaccano le forze NATO (in Afghanistan)... Siccome la presente amministrazione è ormai in carica solo per le sue ultime settimane, la decisione al riguardo (cioè se dichiarare il Pakistan uno «Stato terrorista», Stato-canaglia, «failed state», eccetera) è lasciata al governo Obama». («Pakistan on track to being named terrorist state», Times of India, 7 dicembre 2008).

C’è dunque qualcuno che sta febbrilmente approfittando del vuoto di potere a Washington, creando «fatti compiuti» per Obama. Qualcuno che può fare telefonate minacciose e far sembrare che arrivino dal ministero degli Esteri indiano; qualcuno molto esperto in attentati «false flag», e provocazioni di agenti provocatori; e che ha interesse a creare uno terrificante «arco di crisi» nell’Asia centrale; o meglio, ad estendere a questa vasta area l’arco di crisi già creato da Israele in Medio Oriente, dalla Cisgiordania all’Iraq. Qualcuno che non esita a invelenire la crisi fino al rischio di una guerra nucleare fra India e Pakistan. Qualcuno che vive nell’ansia per il fatto che il Pakistan è il solo Stato islamico che disponga di testate atomiche; qualcuno che ha mostrato quest’ansia frenetica da anni, contro la lontana eventualità che il programma nucleare dell’Iran possa avere fini militari, e da anni ne invoca la distruzione con incursioni belliche.

Magari, per questo qualcuno, uno scambio di bombe atomiche con la morte di milioni di indiani e pakistani presenta un vantaggio sicuro: l’orrore del mondo di fronte alle stragi nucleari indo-pakistane può ben giustificare «qualunque misura» per disarmare con qualunque mezzo l’Iran, anche con l’annichilazione atomica. E nel frattempo, legittimare il sequestro «con ogni mezzo» delle testate in mano al Pakistam che ne deve essere privato perchè «aiuta il terorismo».

Eppure, gli indizi della natura «false flag» dell’attacco di Mumbai si moltiplicano. Al punto che persino l’agenzia italiana APCOM non può tacerne qualcuno:

«E' un agente della polizia anti-terrorismo uno dei due indiani arrestati oggi nell'ambito delle indagini sugli attentati di Mumbai del 26 novembre scorso. Lo ha riferito un alto responsabile della polizia del Kashmir indiano, precisando che l'uomo, identificato come Mukhtar Ahmed, al momento dell'arresto era in missione. Il responsabile ha spiegato che Ahmed lavora per una rete semi-ufficiale di agenti anti-terrorismo che arruola fra le sue file prevalentemente ex militanti. La stessa fonte ha infine aggiunto che la polizia di Calcutta, che detiene Ahmed, è stata avvertita che si tratta di "un nostro uomo e che dipende adesso da loro facilitare il suo rilascio". La polizia indiana aveva annunciato l'arresto di due uomini accusati di aver acquistato le schede telefoniche usate dai dieci terroristi responsabili degli attacchi che si sono protratti per tre giorni e sono costati la vita a 171 persone. Dei dieci terroristi, nove sono stati uccisi mentre un altro è stato arrestato. Uno dei due sospetti fermati nella notte tra venerdì e sabato è originario del Kashmir indiano, probabilmente Ahmed, mentre il secondo proviene dallo Stato del Bengala Occidentale».

Dunque gli esecutori della strage negli alberghi e nella stazione di Mumbai, «terroristi islamici» (tutti uccisi e dunque silenziati tranne uno, quello con il bracciale indù, che ha confessato di essere un membro del Laskhar-e-Taiba, incastrando cioè il Pakistan) hanno ricevuto le schede dei loro telefonini, con cui si tenevano in contatto fra loro e la centrale operativa, da un agente dei servizi segreti indiani; appartenente ad una rete «semi-ufficiale» di detti servizi segreti, che ora ne chiedono il rilascio: non è un terrorista, è un nostro infiltrato nei gruppi terroristi.
Un infiltrato?

E’ dir poco: il poliziotto era un padre, una guida per quei giovanotti; uno che ha pensato a tutto quel di cui quei figlioli potevano aver bisogno. In altre occasioni, parleremmo di un agente provocatore.

Ce ne sono stati anche a Madrid: dove un confidente della polizia spagnola, che aveva pure il numero di telefono riservato del capo dell’antiterrorismo ispanico, era anche il fornitore dell’esplosivo usato dagli islamici per far saltare il treno di Atocha; che aveva insegnato loro come innescarli (con telefonini); e che li aveva addirittura portati sul posto – perchè si sa, questi terroristi islamici, da sè, non riescono a trovare nemmeno un indirizzo a Madrid. Figurarsi a Mumbai.

Altri segnali che la strage di Mumbai sia stata un «false flag» non mancano; non aspettiamoci che APCOM li dia tutti, ha già avuto abbastanza coraggio.

Uno nuovo siamo in grado di darvelo: è la foto che pubblichiamo.

This picture, taken in the aftermath of the Mumbai terror attacks, is disturbing on a number of levels. These aren’t AK-47s, the cheap and ubiquitous automatic weapons favored in the third world because, while crude, will shoot under almost any circumstance. No, these are Heckler & Koch MP5s, the standard submachine gun of security services throughout the world, including our own special forces in all branches of the military.

Si tratta di un fascio di mitragliatori abbandonati su una sedia di paglia, di uno degli alberghi attaccati. Armi dei terroristi, che la polizia indiana ha ammassato lì dopo che tutto è finito. Come potete vedere, non sono Kalashnikov, l’arma classica delle guerriglie del Terzo Mondo. Questi sono modernissimi MP5 «Heckler & Koch» nuovi di zecca; armi sofisticate, opera di metallurgia fine ed alte tecnologie. Sono le armi che chi scrive ha visto in mano alle guardie del corpo americane (in borghese) che scortano i visitatori americani importanti in Afghanistan. Sono armi tipiche dei servizi di sicurezza occidentali, in dotazione agli operativi dell’intelligence, più che a veri e propri militari (5).

Non viene precisato dove i poliziotti indiani abbiano raccolto questo fascio di mitragliatori, da quale dei vari luoghi dell’operazione Mumbai. Sarebbe interessante saperlo: magari, nella casa dei Lubavitcher, dove i terroristi hanno fatto base e poi ucciso i sei israeliani, in modo però da renderne irriconoscibili i volti?

I pakistani hanno ben capito il gorgo in cui stavano per essere trascinati. Il 2 dicembre scorso, ad una TV privata, l’ex capo dell’ISI, generale Hamid Gul (il creatore dei Talebani per conto della CIA, poi diventato «cattivo» dopo l’11 settembre) ha detto: «L’incidente di Mumbai è una trama internazionale per strappare al Pakistan la sua forza nucleare. Certe forze vogliono dichiarare il Pakistan uno “Stato fallito” (failed state), in quanto è diventato in certo modo necessario mettere in ginocchio il Pakistan onde sfilargli via il suo potere atomico».

Gul ha ripetuto che il metodo e la sofisticazione degli attacchi a Mumbai «sembrano impossibili senza un sostegno interno» (cioè dall’India); ed ha aggiunto che gli USA avevano di recente mostrato (ad una riunione della NATO, che aveva irritato i generali turchi presenti) una mappa dell’area dove il Pakistan appare diviso in quattro parti autonome, non senza tacere che secondo lui, il fatto che il Pakistan venisse messo sotto accusa proprio mentre aveva chiesto un aiuto finanziario al Fondo Monetario era «parte del trucco preordinato».

Bernard Lewis, l’arabista del Council on Foreign Relations, scrisse nel 1992 su Foreign Affairs un articolo fondamentale, «Rethinking the Middle East», che è la base della politica israeliana attuale. «La maggior parte degli Stati del Medio Oriente», scriveva, «sono costruzioni recenti e artificiali: se il potere centrale viene sufficientemente indebolito, non c’è una vera società civile per tenere insieme il Paese, nessun senso di identità nazionale comune o di lealtà indiscussa verso lo Stato-nazione. Lo Stato dunque si disintegrerà, come è accaduto in Libano, in un caos di sette, tribù, regioni e partiti l’un contro l’altro armati».

Questa mappa, con il Medio Oriente e l’Asia Centrale «prima» e «dopo» la cura dello smembramento, è apparsa nel 2006 sulla rivista ufficiale dell’esercito USA, The Armed Force Journal, a firma del colonnello Ralph Peters. L’articolo dichiarava che il Pakistan essendo «uno Stato innaturale», doveva essere smembrato in modo che le zone tribali del Nord fossero «riunite ai loro fratelli di sangue afghani», mentre la sua zona meridionale sarebbe diventata un «Free Baluchistan» con il porto di Gwadar come sbocco. La mappa fu presentata forse per errore (forse no) ad una riunione di alti gradi della NATO: i turchi lasciarono la seduta, perchè la mappa preconizzava un «Free Kurdistan» ricavato a spese di Turchia, Siria, Irak e Iran. La mappa di Peters coincide con quella stilata da Bernard Lewis.

Ed infatti, il governo pakistano ha annunciato lunedì di avere smantellato i covi di Lashkar-e-Taiba (6) nel suo territorio, e persino di aver arrestato «la mente» dell’aggressione di Mumbai. Ha così scongiurato, almeno per il momento, le incursioni israeliane (pardon: indiane) nel suo territorio; o almeno ha tolto a questo piano la scusa per procedere.

Ma nell’intervista, Gul ha buttato là una frase ancor più rivelatrice: «Gli USA vogliono vedere l’esercito indiano in Afghanistan» (7).

E’ proprio così. Il Pentagono ha un bisogno disperato di più scarponi sul suolo afghano, gliene occorrono molte decine di miglaia. Li ha reclamati agli «alleati» europei, che però – nonostante la loro voglia di compiacere Obama – nicchiano.

Allora perchè non usare i volonterosi nuovi alleati di Delhi, felici di essere chiamati a gestire il nuovo ordine mondiale americano fornendo la carne da cannone? Una guerra «in corpore vili».

Ambienti del potere militare indiano sono in estasi per essere stati «scelti» dalla grande America; estasi accresciuta dalla proposta americana di collaborazione con l’India sul piano nucleare. Scodinzolanti, questi ambienti hanno cominciato a nutrire ambizioni di egemonia regionale sotto l’ombrello USA; i caldi rapporti con il Mossad sono diventati addirittura passionali, in vista di questa ambizione (hanno voglia di imparare da un tale maestro).

Se poi non bastasse, il 7 luglio scorso una bomba è esplosa all’ambasciata indiana a Kabul, subito attribuita «ai Talebani e dunque ad Al Qaeda»: ciò che ha convinto di più gli estatici nazionalisti indù di mettersi nelle mani dell’«Occidente» usraeliano, anima e corpo. E i corpi indiani sono abbondanti, e spendibili.

Il piano presenta un inconveniente: il 75% dei rifornimenti logistici alle truppe USA e NATO in Afghanistan passa per il Pakistan, dallo scarico al porto di Karachi al trasporto per autocarri a Quetta, o dal Kyber Pass. Una linea lunga, malagevole e vulnerabile.

E proprio domenica, un reparto di guerriglieri, a Peshawar, ha assaltato il Terminale Logistico Portward, snodo essenziale di questa lunga via di rifornimento, dando fuoco a 106 veicoli USA e NATO. All’alba di domenica, i guerriglieri (30 secondo la polizia, 300 secondo i guardiano del terminal) hanno spianato il portone d’ingresso, ed hanno dato fuoco agli automezzi parcheggiati, fra cui c’erano 70 Humvee, da almeno 100 mila dollari a esemplare (8).

Gli americani tendono ad accusare il Pakistan, che non ha destinato abbastanza uomini alla sicurezza della via logistica: un altro motivo per definire il Paese un «Failed State».

Sarà interessante vedere come il cambio di «alleato», l’abbandono del Pakistan e l’adozione dell’India, imporrà una revisione del problema. Non è facile raggiungere l’Afghanistan con miriadi di tonnellate di materiale pesante.

Voci da Washington attribuiscono a Robert Gates, il ministro del Pentagono (che Obama ha mantenuto in carica) una inclinazione a mantenere buoni rapporti con Islamabad, anche perchè è stato lui a rendere dipendente dal Pakistan il rifornimento delle truppe d’occupazione; per contro, Hillary Clinton, nuovo segretario di Stato, sarebbe più dalla parte dell’India.

Ma per la pura e semplice geografia, nonostante la sua buona volontà di servire, l’India non può offrire un percorso logistico verso l’Afghanistan.

La Clinton dovrebbe dunque rinegoziare con la Russia l’uso delle vie russe per il rifornimento delle forze americane: Mosca concede già questo transito, ma non per i materiali di tipo militare. Bisognerà venire ad ulteriori patti con Medvedev e Putin?

Tuttavia albeggia una terza soluzione: la «neutralizzazione» del Kashmir, dove i militanti irredentisti dovrebbero cessare le loro offensive in cambio della adesione dell’India di un «condominio» col Pakistan nel suo Kashmir.

Lo smembramento del Pakistan in zone «autonome» su base etnico-religiosa, in cui il porto di Gwadar sarebbe parte di un «Baluchistan libero», potrebbe completare il quadro.

Maurizio Blondet

(articolo pubblicato l'8 dicembre 2008)


1) «Hoax call to Zardari ‘put Pakistan on war alert’», Reuters, 6 dicembre 2008.
2) Bakir Sajjad Syed, «Rice tells Pakistan to act ‘or US will’», Dawn, 7 dicembre 2008.
3) www.hindu.com/2008/12/07/stories/20081207500100.htm
4) «Israeli experts help India prepare commando raids into Pakistan», Debka, 6 dicembre 2008. Vedere anche Siddhart Srivastava, «India sets sights on pakistani camps», Asia Times, 6 dicembre 2008.
5) «No third world guns», Wordpress, 4 dicembre 2008. Un alto esponente dell’antiterrorismo russo citato da Russia Today ha paragonato la sanguinosa azione di Mumbai «alle tattiche usate dai militanti ceceni nel Caucaso del Nord sotto il comando di Shamil Basayev e Salman Raduyev nelle cittadine di Budyonnovsk e Pervomaiskoye: per la prima volta nella storia furono terrorizzate città intere, prese case e ospedali. I terroristi di Mumbai hanno imparato bene queste tattiche». La citazione di Shamil Basayev non è casuale: il leader ceceno è stato addestrato dalla CIA e dall’ISI in Afghanistan, durante l’occupazione sovietica, negli anni ’80. Anche la piccola Georgia di Saakasvili ha tentato la stessa tattica nel suo attacco alle provincie separatiste pro-russe, ammazzando la popolazione e terrorizzando «intere cittadine». Le schiere georgiane avevano, come noto, istruttori, comunicazioni ed armamento israeliani. In fondo, è sempre il «trattamento Gaza» ad essere applicato.
6) Ovviamente il Lashkar-e-Taiba (LeT) ha legami con l’ISI: è una delle formazioni che l’ISI ha creato su richiesta della CIA. In questa veste ha partecipato alla campagna di Bosnia contro i serbi negli anni ’90; è ovvio che un simile movimento (finanziato anche dai sauditi, almeno allora) sia pesantemente infiltrato da servizi «occidentali».
7) Andrew Marshall, «Creating an Arc of Crisis: the destabilization of the Middle East and Central Asia – The Mumbai attacks and the strategy of tension », Globalreasearch, 7 dicembre 2008.
8) Riaz Khan, «Pakistanis torch more than 160 US, NATO vehichles», Huffington Post, 7 dicembre 2008.
9) Scott Sullivan, «Clinton vs Gates on Pakistan», Petroleumwolrd News, 3 dicembre 2008.




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