mercoledì, settembre 21, 2016

Task Force Butler telecomandato dal Ministero della Giustizia

Lo stalker Task Force Butler al secolo Federico De Massis: dipendente del Ministero della Giustizia. Si spiega il motivo per cui i magistrati di mezza Italia archiviano sempre i procedimenti a carico di questo losco individuo.



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6 commenti:

  1. Fantastico lavoro Staker.

    Che la sciantosa del sistema ed i suoi pari sappiano che fare lo schiavo dei soliti noti spesso non li risparmia dalle palle di merda che piovono ad alzo zero.
    Che chiedessere le previsioni a meteo.web prima di uscire, la prossima volta. Quelle vere, però.

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    1. Prima o poi la pagheranno, questi pezzi di merda. Loro e chi li manovra e protegge.

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  2. I Giudici giocano sporco e, al fine di comminare condanne il più pesante possibile, fanno figurare che Rosario Marcianò ha subito condanne in giudicato. Ciò per applicare la pena massima che la recidiva consente. Il fatto è che che non c'è nessuna condanna! Nemmeno di primo grado e quindi non c'è nessuna recidiva! E' allora? E' tutto chiaro: le sentenze sono già scritte. A questo punto vale la pena presentarsi in udienza? No. Questi inquisitori non meritano la mia attenzione.

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  3. Uno spettacolo penoso e grottesco. Ma la feccia non si vergogna di nulla. Va rimossa.

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  4. Task Force Butler, lo Stalker pagato dallo Stato (e protetto dalla Magistratura) con il compito di screditare i fratelli Marcianò, ha sempre negato di essere l'informatico di Pescara Federico De Massis, ma questo screenshot lo inchioda. Infatti se si cerca l'IP statico "Telecom" (95.254.75.129) con il quale opera il negazionista, si trova lo stesso gestionale in merito al quale il Nostro ha chiesto lumi nel forum del supporto tecnico: "Gazie". E con quale generalità "Task Force Butler" alias "federico66" scrive qui? https://sourceforge.net/p/gazie/discussion/468173/thread/9f1ec39b/ Con quelle di Federico De Massis, ovviamente! Tra l'altro il 1966 è l'anno di nascita del grassone. Fanno ridere i Pubblici Ministeri, i quali archiviano sempre perché, dicono, non si è sicuri della sua identità. E noi ci crediamo...

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